domenica 5 ottobre 2008

THE BOREAL CRASHDOWN
Queste considerazioni in libertà sono anche la risposta all'amico AND ONE che ci scrive. Non voglio sembrare catastrofista e neppure evocare la fuga di Lot da Sodoma, cerco solo di riflettere sul mondo che ci circonda. L'impero Romano era vasto e potente, aveva sottomesso Europa, Asia e Africa portandovi le sue leggi e le sue regole. I Romani erano un popolo forte, aggressivo e pragmatico con saldi principi morali. La famiglia era il perno della loro società. Ma consentirono ai popoli sottomessi di diluirsi nel proprio sistema, ne adottarono religioni e costumi, permisero che facessero parte delle proprie istituzioni. Il popolo romano perse così i suoi valori e il suo rigore morale, si inebriò della ricchezza conquistata, lasciò decadere la famiglia. L'impero si sgretolò e sulle sue rovine popoli barbari e aggressivi seminarono il terrore. Seguirono i secoli bui del Medioevo e occorsero quasi mille anni perchè rifiorisse la civiltà. L'impero Americano-Altantico sta percorrendo la stessa parabola discendente dell'impero di Roma, la storia è ciclica e si ripete fino alla noia.
L'agricoltura nascendo ha imposto un sistema economico, familiare e sociale che fino ad allora non esiteva, innaturale perché non rispondente alle necessità vere dell'essere umano e perciò altamente instabile come la storia ci dimostra. Compromette la sacralità dell'individuo e della famiglia, ne distrugge la salute, impone sistemi sociali violenti e repressivi, crea catastrofi ambientali. Se non si esce da questo schema non si risolve nessuno dei problemi che da diecimila anni affliggono l'umanità: sanitari, sociali o ambientali che siano.
Ho affrontato questi temi nel libro IL PARADISO RITROVATO e sono stato confortato da ricerche approfondite e dal pensiero di uomini liberi che hanno riflettuto su questi argomenti. Ho scoperto anche che le possibili soluzioni non saranno mai consentite - per ovvi motivi di speculazione e di profitto - dall'economia e dalla finanza che attraverso la politica gestiscono il destino dell'umanità. Queste soluzioni sono molto ben delineate dal Prof. R.A. Leng "IMPLICATIONS OF THE DECLINE IN WORLD OIL RESERVES FOR FUTURE WORLD LIVESTOCK PRODUCTION" Recent Advances in Animal Nutrition, VOL.15, 2005-07, uno studio realizzato per il governo australiano. Si tratterebbe - come il sottoscritto va sottolineando da tempo - di abbandonare l'agricoltura e i suoi prodotti per tornare alla Dieta Evolutiva grazie al pascolo dei ruminanti nelle praterie del pianeta. Ne deriverebbero enormi vantaggi: recupero della salute ottimale del genere umano, parziale indipendenza dall'uso dei combustibili fossili, recupero dell'ambiente. Il pascolo, contariamente all'agricoltura, è ecologicamente sintonico e sostenibile, i ruminanti sono stati il cibo dell'uomo per 2,5 milioni di anni, i numeri ci dicono che questo sistema potrebbe nutrire l'umanità almeno fino a 10 miliardi di persone. In seguito - aggiungo io - si dovrebbero smantellare gli Stati (cosa sono le loro tasse, se non una forma mascherata di schiavitù?) per tornare alle piccole comunità - vogliamo chiamarle tribù? - socialmente sostenibili come Robin Dunbar ha ampiamente dimostrato con la sua oramai famosa equazione e autonome da ogni potere centralizzato. Abbandonare le città, fonte di malattie, frustrazioni e degrado dell'essere umano e riportare l'individuo e la famiglia paritaria al vertice dei valori sociali. Tutto questo - mi rendo conto - al momento è utopia, ma è utopia lucida e sostenibile che comunque per realizzarsi pienamente necessiterà di alcuni secoli.
Che fare adesso? La guerra in corso (terrorismo, sovrappopolazione, immigrazione selvaggia dal sud dell'Europa, conflitti economici con i paesi emergenti, globalizzazione, disfacimento sociale e degrado ambientale), più o meno dichiarata si sta svolgendo tutta nell'emisfero boreale del globo. La zona australe è ancora scarsamente popolata, ecologicamente integra, governata con oculatezza e lontana dagli obbiettivi del terrore. Che sia questa la nuova terra promessa?

sabato 27 settembre 2008

MIOPIA E LUNGIMIRANZA
Non arriveremo mai a comprendere pienamente la vera natura dell'uomo se lo osserviamo esclusivamente alla luce della civiltà, della storia e della tradizione. La storia dell'uomo inizia solo dieci millenni fa ma l'essere umano è antico di due milioni e mezzo di anni. La sua biologia insieme ai suoi sentimenti, emozioni e bisogni vengono da molto lontano. La storia ci racconta solo gli ultimi istanti dell'umanità, descrive l'uomo non più sano, libero e felice ma debole, malato, infelice e coatto. Ci descrive un essere travolto, piegato ai bisogni dell'agricoltura e del sistema che l'agricoltura ha generato. Diecimila anni fa quando con l'agricoltura nasce la proprietà e di conseguenza la servitù - spesso anche la schiavitù - l'individuo perde il proprio ruolo primario e la famiglia da paritetica diviene patriarcale e autoritaria. La tribù svanisce e si impone lo Stato. Famiglia e tribù le uniche, vere società naturali, vengono quindi soppiantate da una società esclusivamente culturale quindi profondamente innaturale. E mentre le società naturali erano rimaste integre e perfettamente funzionanti per due milioni e mezzo di anni, nessuno Stato, Repubblica, Impero ha retto più di qualche secolo. Sono società imposte, non corrispondenti ai veri bisogni dell'uomo che per esistere devono sostenersi con la violenza e la coercizione. La conferma è biologica: poiché l'uomo nasce immaturo ha bisogno di anni di cure parentali per raggiungere l'autonomia e da questo origina la famiglia. E poiché - pur essendo predatore - non possiede zanne né artigli ha bisogno del branco per sopravvivere. Ma il suo cervello anche se enormenente sviluppato rispetto ad ogni altro animale non è in grado di sostenere più di 150 relazioni sociali vere (il numero di Dunbar), quindi la tribù non deve superare questa cifra per essere coesa. Società più numerose portano a relazioni stereotipate che funzionano solamente con la coercizione ed ovviamente i sistemi realizzati con la forza sono fragili, destinati a destrutturarsi quando questa forza viene meno. Se a questo si aggiunge il domino di pochi sulle masse ben si comprende come i grandi numeri non si risolvano con i grandi sistemi. Perché allora meravigliarsi per il crashdown dell'emisfero boreale? E' solo l'ennesimo impero che crolla.

domenica 21 settembre 2008

OF HUMAN BONDAGES




          Rubando il titolo al celebre romanzo di Somerst Maugham vorrei attirare la vostra attenzione sui pesanti condizionamenti che l'attuale società - frutto della rivoluzione agricola di 10.000 anni fa - pone sulla nostra esistenza, sulla nostra capacità di scegliere e sul nostro libero pensiero.


          1. dal 7all'11 settembre - con varia eco dei media e piccola diatriba a proposito di un nuovo farmaco - si è tenuto a Roma il 44° world meeting sul diabete, organizzato dall'EASD (European Association for the Study of Diabetes). Orbene in tre giorni fitti di relazioni si è avuto solo un intervento sullo stile di vita, e quindi sull'alimentazione, come prevenzione e cura dei disturbi del metabolismo. L'accento dei relatori è stato posto soprattutto sui farmaci ovviamente con annessa Industry Exibition. Eppure le malattie metaboliche come molti oramai sanno, trovano come unica causa la dieta inappropriata. La stessa ADA (American Diabetes Association) pubblicando le recenti linee guida sulla prevenzione focalizza l'attenzione sullo stretto controllo dei carboidrati indicando in 135 gr. di carboidrati/giorno il livello raccomandato di carico glicemico. Sempre più persone libere da pregiudizi e condizionamenti si chiedono se il compito della medicina oggi non sia quello di guarire ma solo di curare il paziente, farlo stare un poco meglio ma non liberarlo dalla malattia, dato che un paziente guarito non è più un cliente. Con una spettanza di vita di 80 + anni, il cinquantenne diabetico è potenziale cliente per oltre 30 anni. 30 anni ininterrotti di visite mediche, analisi, cure, farmaci in un crescendo di gravità e complicanze, quando sarebbe sufficiente eliminare immediatatamente e totalmente i cereali per ridargli la pienezza della salute e della vita nel giro di pochi giorni.


          2. mi scrive l'amico Loris dalla Spagna: "Caro Giovanni, ti scrivo per commentarti un fatto successo questa settimana e per porti un quesito. E' stata annullata la competizione di Ribarroja del Turia, qui a Valencia per l'ennesimo scandalo doping...dato che ad essere arrestati per spaccio di anabolizzanti c'era anche qualcuno degli organizzatori dell'evento (che era una gara IFBB a livello regionale) si è ben pensato di annullarla...ma perché la società non lascia in pace questi poveri atleti? Alla fine a rimetterci sono sempre loro. E rileggendo le pagine del tuo bellissimo Lost Angeles tra me e me dico: quest'enorme ipocrisia sociale non sarà dettata dall'impulso ancestrale del rifiuto dell'idea che certi risultati si raggiungono solo coi farmaci?" Rispondo: carissimo Loris, le regole repressive da sempre alimentano il crimine, in questo caso lo spaccio di sostanze dopanti. L'attuale situazione ha due cause. Causa numero uno la sovrappopolazione, più la popolazione cresce più si restringono i confini delle libertà personali. Sempre più regole, sempre più limiti. L'emisfero boreale è spacciato (ci sono tutti i prodromi della decadenza: collasso economico, integrazione dei popoli una volta sottomessi, nuovi barbari alle porte, promiscuità sessuale, relativismo morale, decadenza della famiglia e della religione. Lo sciamano di Roma dice cose giuste ma è inascoltato). Facciamo un pensierino sulla Nuova Zelanda (4 abitanti x Km2)... causa numero due un banalissimo sentimento umano, l'invidia. L'umanità per natura meschina e invidiosa è più portata a solidarizzare con i relitti umani della droga-droga che con i supermen sportivi. Rimane solo il libero pensiero e l'escapism, il mostro è fuori controllo, la democrazia una farsa mediatica.

          Buona domenica a tutti.

          sabato 31 maggio 2008

          UN CALDO BENVENUTO!
          L'avventura che questo blog sta per iniziare in realtà è antica quanto l'uomo. Da oltre tre milioni di anni la nostra specie abita il pianeta. Per tutto questo tempo abbiamo vissuto in armonia con noi stessi e con l'ambiente, ma non più di 10 -12.000 anni fa l'invenzione dell'agricoltura ha rotto ogni equilibrio. Parlare delle conseguenze è superfluo, sono sotto gli occhi di tutti. La Maledizione Agricola ha creato miserie e sofferenze per oltre 500 generazioni. Queste ricerche hanno preso avvio dieci anni fa dalla constatazione delle condizioni di salute miserabili cui siamo soggetti a causa di una nutrizione non idonea, basata sul consumo dei semi di alcune erbe, le graminacee, alimenti che tutti noi conosciamo col nome di cereali. La costellazione di malattie derivate dall'alimentazione ipercarboidrata imposta dall'agricoltura è oggi definita Sindrome Metabolica ma i danni dei cereali nei confronti del nostro organismo, particolarmente dell'apparato digerente sono molti, molti di più. E non basta. L'abbandono della caccia ha cambiato immediatamente ogni aspetto della vita degli uomini. Nuovi ordinamenti sociali, regole e costrizioni, nuovi innaturali ritmi di vita, hanno determinato e determinano - oggi ancora di più - un decadimento sostanziale della qualità dell' esistenza. La nostra felicità insieme alla salute e alla salvaguardia dell'ambiente passano attraverso queste nuove consapevolezze. E' un intero universo di conoscenze da studiare, analizzare e spesso da riscoprire per capire i motivi del nostro disagio e cercare di superarli. Questa è la nostra missione, aspettiamo il vostro interesse e il vostro contributo.