Non arriveremo mai a comprendere pienamente la vera natura dell'uomo se lo osserviamo esclusivamente alla luce della civiltà, della storia e della tradizione. La storia dell'uomo inizia solo dieci millenni fa ma l'essere umano è antico di due milioni e mezzo di anni. La sua biologia insieme ai suoi sentimenti, emozioni e bisogni vengono da molto lontano. La storia ci racconta solo gli ultimi istanti dell'umanità, descrive l'uomo non più sano, libero e felice ma debole, malato, infelice e coatto. Ci descrive un essere travolto, piegato ai bisogni dell'agricoltura e del sistema che l'agricoltura ha generato. Diecimila anni fa quando con l'agricoltura nasce la proprietà e di conseguenza la servitù - spesso anche la schiavitù - l'individuo perde il proprio ruolo primario e la famiglia da paritetica diviene patriarcale e autoritaria. La tribù svanisce e si impone lo Stato. Famiglia e tribù le uniche, vere società naturali, vengono quindi soppiantate da una società esclusivamente culturale quindi profondamente innaturale. E mentre le società naturali erano rimaste integre e perfettamente funzionanti per due milioni e mezzo di anni, nessuno Stato, Repubblica, Impero ha retto più di qualche secolo. Sono società imposte, non corrispondenti ai veri bisogni dell'uomo che per esistere devono sostenersi con la violenza e la coercizione. La conferma è biologica: poiché l'uomo nasce immaturo ha bisogno di anni di cure parentali per raggiungere l'autonomia e da questo origina la famiglia. E poiché - pur essendo predatore - non possiede zanne né artigli ha bisogno del branco per sopravvivere. Ma il suo cervello anche se enormenente sviluppato rispetto ad ogni altro animale non è in grado di sostenere più di 150 relazioni sociali vere (il numero di Dunbar), quindi la tribù non deve superare questa cifra per essere coesa. Società più numerose portano a relazioni stereotipate che funzionano solamente con la coercizione ed ovviamente i sistemi realizzati con la forza sono fragili, destinati a destrutturarsi quando questa forza viene meno. Se a questo si aggiunge il domino di pochi sulle masse ben si comprende come i grandi numeri non si risolvano con i grandi sistemi. Perché allora meravigliarsi per il crashdown dell'emisfero boreale? E' solo l'ennesimo impero che crolla.
sabato 27 settembre 2008
domenica 21 settembre 2008
OF HUMAN BONDAGES
Rubando il titolo al celebre romanzo di Somerst Maugham vorrei attirare la vostra attenzione sui pesanti condizionamenti che l'attuale società - frutto della rivoluzione agricola di 10.000 anni fa - pone sulla nostra esistenza, sulla nostra capacità di scegliere e sul nostro libero pensiero.
- dal 7all'11 settembre - con varia eco dei media e piccola diatriba a proposito di un nuovo farmaco - si è tenuto a Roma il 44° world meeting sul diabete, organizzato dall'EASD (European Association for the Study of Diabetes). Orbene in tre giorni fitti di relazioni si è avuto solo un intervento sullo stile di vita, e quindi sull'alimentazione, come prevenzione e cura dei disturbi del metabolismo. L'accento dei relatori è stato posto soprattutto sui farmaci ovviamente con annessa Industry Exibition. Eppure le malattie metaboliche come molti oramai sanno, trovano come unica causa la dieta inappropriata. La stessa ADA (American Diabetes Association) pubblicando le recenti linee guida sulla prevenzione focalizza l'attenzione sullo stretto controllo dei carboidrati indicando in 135 gr. di carboidrati/giorno il livello raccomandato di carico glicemico. Sempre più persone libere da pregiudizi e condizionamenti si chiedono se il compito della medicina oggi non sia quello di guarire ma solo di curare il paziente, farlo stare un poco meglio ma non liberarlo dalla malattia, dato che un paziente guarito non è più un cliente. Con una spettanza di vita di 80 + anni, il cinquantenne diabetico è potenziale cliente per oltre 30 anni. 30 anni ininterrotti di visite mediche, analisi, cure, farmaci in un crescendo di gravità e complicanze, quando sarebbe sufficiente eliminare immediatatamente e totalmente i cereali per ridargli la pienezza della salute e della vita nel giro di pochi giorni.
- mi scrive l'amico Loris dalla Spagna: "Caro Giovanni, ti scrivo per commentarti un fatto successo questa settimana e per porti un quesito. E' stata annullata la competizione di Ribarroja del Turia, qui a Valencia per l'ennesimo scandalo doping...dato che ad essere arrestati per spaccio di anabolizzanti c'era anche qualcuno degli organizzatori dell'evento (che era una gara IFBB a livello regionale) si è ben pensato di annullarla...ma perché la società non lascia in pace questi poveri atleti? Alla fine a rimetterci sono sempre loro. E rileggendo le pagine del tuo bellissimo Lost Angeles tra me e me dico: quest'enorme ipocrisia sociale non sarà dettata dall'impulso ancestrale del rifiuto dell'idea che certi risultati si raggiungono solo coi farmaci?" Rispondo: carissimo Loris, le regole repressive da sempre alimentano il crimine, in questo caso lo spaccio di sostanze dopanti. L'attuale situazione ha due cause. Causa numero uno la sovrappopolazione, più la popolazione cresce più si restringono i confini delle libertà personali. Sempre più regole, sempre più limiti. L'emisfero boreale è spacciato (ci sono tutti i prodromi della decadenza: collasso economico, integrazione dei popoli una volta sottomessi, nuovi barbari alle porte, promiscuità sessuale, relativismo morale, decadenza della famiglia e della religione. Lo sciamano di Roma dice cose giuste ma è inascoltato). Facciamo un pensierino sulla Nuova Zelanda (4 abitanti x Km2)... causa numero due un banalissimo sentimento umano, l'invidia. L'umanità per natura meschina e invidiosa è più portata a solidarizzare con i relitti umani della droga-droga che con i supermen sportivi. Rimane solo il libero pensiero e l'escapism, il mostro è fuori controllo, la democrazia una farsa mediatica.
Buona domenica a tutti.
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