sabato 27 settembre 2008

MIOPIA E LUNGIMIRANZA
Non arriveremo mai a comprendere pienamente la vera natura dell'uomo se lo osserviamo esclusivamente alla luce della civiltà, della storia e della tradizione. La storia dell'uomo inizia solo dieci millenni fa ma l'essere umano è antico di due milioni e mezzo di anni. La sua biologia insieme ai suoi sentimenti, emozioni e bisogni vengono da molto lontano. La storia ci racconta solo gli ultimi istanti dell'umanità, descrive l'uomo non più sano, libero e felice ma debole, malato, infelice e coatto. Ci descrive un essere travolto, piegato ai bisogni dell'agricoltura e del sistema che l'agricoltura ha generato. Diecimila anni fa quando con l'agricoltura nasce la proprietà e di conseguenza la servitù - spesso anche la schiavitù - l'individuo perde il proprio ruolo primario e la famiglia da paritetica diviene patriarcale e autoritaria. La tribù svanisce e si impone lo Stato. Famiglia e tribù le uniche, vere società naturali, vengono quindi soppiantate da una società esclusivamente culturale quindi profondamente innaturale. E mentre le società naturali erano rimaste integre e perfettamente funzionanti per due milioni e mezzo di anni, nessuno Stato, Repubblica, Impero ha retto più di qualche secolo. Sono società imposte, non corrispondenti ai veri bisogni dell'uomo che per esistere devono sostenersi con la violenza e la coercizione. La conferma è biologica: poiché l'uomo nasce immaturo ha bisogno di anni di cure parentali per raggiungere l'autonomia e da questo origina la famiglia. E poiché - pur essendo predatore - non possiede zanne né artigli ha bisogno del branco per sopravvivere. Ma il suo cervello anche se enormenente sviluppato rispetto ad ogni altro animale non è in grado di sostenere più di 150 relazioni sociali vere (il numero di Dunbar), quindi la tribù non deve superare questa cifra per essere coesa. Società più numerose portano a relazioni stereotipate che funzionano solamente con la coercizione ed ovviamente i sistemi realizzati con la forza sono fragili, destinati a destrutturarsi quando questa forza viene meno. Se a questo si aggiunge il domino di pochi sulle masse ben si comprende come i grandi numeri non si risolvano con i grandi sistemi. Perché allora meravigliarsi per il crashdown dell'emisfero boreale? E' solo l'ennesimo impero che crolla.

1 commento:

and_one ha detto...

Ciao Giovanni, ancora una volta grazie per aver condiviso con noi le tue riflessioni, sempre notevoli. L'immagine di questa Era perversa come dell'ennesimo "Impero che crolla" mi riporta alla mente i tuoi disegni, nei quali i bodybuilder erano rappresentati come gli abitanti di un immaginifico Monte Olimpo!
A parte questo, volevo porti una domanda, e mi scuso se è troppo personale, ma ci provo lo stesso: una persona dalla mente aperta come la tua, come si pone dinnanzi a tutto questo sfacelo? Personalmente non ho trovato molto con cui "difendermi" dagli inevitabili cocci che ci franeranno addosso, a parte il pensiero libero e il vigore fisico per sostenerlo. Grazie ancora per i tuoi sforzi, siamo in tanti a seguirti!