domenica 1 marzo 2009

BASTA UN POCO DI STRETCHING PER L’ENORMITA’?
E’ un bell’argomento lo stretching. Da 20 anni mitizzato oltre misura, il gesto di stirarsi è una forma di movimento naturale e istintiva che segna il passaggio dall’immobilità al movimento. Non ci stiriamo forse ogni mattina al risveglio prima di scendere dal letto? Non si stira il gatto dopo un pomeriggio sonnacchioso sul divano? Il gesto di stirarsi, sciogliendo le tensioni e le rigidità dovute ad inattività oppure allo stato emotivo, libera i vasi dalla costrizione e di conseguenza richiama sangue nel tessuto muscolare, ne aumenta la viscosità insieme all’elasticità del tessuto connettivo. In una parola ci predispone al lavoro. Questo è banalmente lo stretching, nulla di più nulla di meno. Può essere dinamico o statico, nel primo caso attiva i Fusi Neuromuscolari provocando la contrazione del muscolo per via riflessa, se invece è protratto staticamente per 20-30 secondi attiva gli Organi del Golgi che - sempre per vie riflesse - lo rilasciano. Scrissi una volta che basterebbe anche un poco di stretching per far crescer i muscoli. In effetti lo stiramento del tessuto connettivo che riveste le miofibrille è il segnale che acconsente la deposition delle proteine circolanti, prova ne sia che la pratica dello stretching migliora – sia pure in maniera non eccelsa - il tono muscolare. In realtà si può ben dire che è sufficiente una normale attività di movimento, anche minima per attivare questo segnale come egregiamente dimostrarono Forbes, 1989 e Arnal, 1999 lavorando sui pensionati settantenni degli ospizi. Si capisce il meccanismo puntualizzando alcuni fatti:
1. la funzione dei muscoli non è solo e puramente locomotrice ma anche – al pari di ogni altro organo – di magazzino, in questo caso di proteine (Amino Tank Theory Cianti, 2000)
2. solo le proteine in eccesso vengono immagazzinate nei muscoli e solo a condizione che il rapporto tra i loro aminoacidi sia identico a quello dei nostri tessuti, altrimenti vengono ossidate. Solo quando il giusto rapporto aminocidico si ristabilisce l’ossidazione cessa e inizia la sintesi e il deposito delle proteine nel tessuto muscolare (Pencharz, 2003 - Brunton, 2007 - Humayun, 2007 - Elango, 2008)
3. ulteriore elemento limitante è il tessuto connettivo che contiene le fibre muscolari (Millward, 1988). Si tratta di una “borsa” che se non si allarga non consente l’accesso di altro materiale proteico. Negli organismi in accrescimento questo stiramento è assicurato soprattutto dalla crescita in lunghezza delle ossa. Negli adulti dalla normale vita di movimento, costituita appunto da allungamenti e contrazioni muscolari. Lo stretching ne è parte. Al livello più estremo ci sono le tensioni massimali e localizzate del bodybuilding.

In conclusione, lo stimolo imprescindibile della crescita muscolare è, e rimane, il surplus proteico. L’esercizio contro resistenze (non solo bodybuilding ma ogni altro evento di potenza e velocità) è in grado di accentuare il processo ma solo ed esclusivamente se l’eccesso proteico è presente e gli aminoacidi sono nel giusto rapporto tra loro. Eccesso – entro certi limiti - anche locale e indipendente dalla dieta. Ad esempio, posso sviluppare i deltoidi anche a bilancia energetica negativa, se li alleno intensamente e al tempo stesso sospendo il lavoro su gli altri gruppi muscolari. Si tratta di un remodeling, un rimodellamento muscolare per cui le proteine vengono smontate dai polpacci o dalle cosce dove non servono e rimonatate appunto nei deltoidi dove in quel momento il fabbisogno è maggiore. Guai a pensare all’attività metabolica degli esseri viventi come a qualcosa di statico e immutabile! Ogni millesimo di secondo tutto cambia e si rinnova. Solo turbamenti profondi di questo equilibrio dinamico si evidenziano in maniera tangibile, una ferita, una dieta eccessiva, un’infezione. Dire che basta un poco di stretching per ingrossare è un modo provocatorio per sottolineare che l’esercizio può contribuire ma non è indispensabile allo sviluppo della massa muscolare. Ciò che conta veramente sono le proteine. Proteine nobili di origine animale per assicurare il corretto rapporto aminoacidico e la necessaria biodisponibilità.
GC

martedì 10 febbraio 2009

DIFESA D’UFFICIO DELLE PROTEINE E DELLA CARNE
Salve ragazzi la vostra discussione è molto interessante perché rivela in modo evidente quanto l’accanimento nei confronti della carne e delle proteine sia radicato nella nostra Civiltà Agricola. Mi preme intervenire sul tema del rapporto acido/alcalino dell’organismo e degli acidi urici così rispondo anche a Daniela che privatamente mi sottopone analoghe perplessità, mentre rinvio una analisi più approfondita del problema al prossimo numero di Olympian’s che uscirà a Marzo. E’ indubbio che le proteine aumentano il tasso di acidità dell’organismo così come le verdure lo riequilibrano. Nessuno sostiene la dieta carne – acqua in voga negli anni anni ’60, l’organismo ha necessità anche degli zuccheri ma in quantità moderata e pochi alla volta in modo da poterli metabolizzare correttamente. L’animale homo non è infatti carnivoro come lo sono appunto i felini è bensì carnivoro – frugivoro o cacciatore – raccoglitore se preferite. Come l’orso tanto per intendersi. Ed è proprio dall’equilibrio tra carne e verdura che trae i massimi benefici. La frutta merita un discorso a parte perché non è un alimento naturale ma addomesticato dall’agricoltura e per questo ci crea alcuni problemi. Il fruttosio di cui la frutta è ricca infatti si traforma in trigliceridi con più facilità del glucosio stesso e con altrettanta maggiore facilità porta alla formazione di AGEs. La frutta non è la bacca dei nostri progenitori (pensate prima alle more o ai lamponi e poi alle mele o alle arance, non sono proprio la stessa cosa) è una bacca domesticata in modo da renderla più voluminosa con un carico energetico e glicemico (particolarmente fruttosio) molto maggiore. E’ - si direbbe oggi - geneticamente modificata (gli OGM esistono da 10.000 anni, ragazzi!) per le esigenze del lavoro agricolo, anaerobico - aerobico lattacido e usurante. Certo, rispetto ai cereali la frutta ha un carico energetico e glicemico minore, contiene vitamine, fibre e minerali abbondanti e soprattutto non veicola glutine e antinutrienti, cosa non da poco vista la diffusione epidemica di diabete e celiachia, ma è preferibile non abusarne. Riguardo alla carne in relazione ad acidi urici e gotta va detto anzitutto che l'iperuricemia è una condizione non strettamente collegabile alla gotta. Ne soffrono l'uomo e le grandi scimmie antropomorfe per un'alterazione genetica che non consente la completa dissoluzione degli stessi acidi urici. Però molte persone con acidi urici elevati non sviluppano gotta così come molti gottosi hanno livelli di acidi urici nella norma. Tra l’altro anche i vegetariani soffrono di gotta (Srivastava e Gaur, 2005). L'acido urico è il prodotto terminale della glicazione non enzimatica delle purine a partire dal ribosio-5-fosfato, correlato quindi al metabolismo glicidico che rientra nel quadro della reazione di Maillard, quella formazione di legami irreversibili tra zuccheri e proteine che danneggiano in modo irreparabile i tessuti. Non a caso l'iperuricemia è strettamente correlata a obesità, ipertensione, iperlipidemia e malattie cardiovascolari (Nakanishi et al, 2008) in una parola alla resistenza insulinica e di conseguenza alla Sindrome Metabolica. Anche la dottrina medica ufficiale pure inserendo tra i fattori di rischio i cibi ricchi di purine deve ammettere che la dieta apurinica dà risultati modesti nella patologia iperuricemica. Oggi si spinge soprattutto per la riduzione degli zuccheri particolarmente fruttosio, sorbitolo e xilitolo che sono appunto zuccheri della frutta e per l’eliminazione dell'alcol. Come si vede il discorso torna sempre alle conseguenze nefaste della Dieta Agricola, sono gli zuccheri in eccesso - non certo le proteine - responsabili del 90 e più percento delle malattie del genere umano. D'altronde come si può pensare che la carne sia dannosa per l'animale - uomo che si è evoluto per 2,5 milioni di anni proprio come predatore? Concludendo, anche se non scontato è comprensibile che un organismo giovane apparentemente non risenta dei danni dell’alimentazione ipercarboidrata cronica perché tali danni sono in massima parte asintomatici e molto lenti a manifestarsi. Inizialmente il corpo riesce a tamponarli ma col passare del tempo e con l’instaurarsi della resistenza all’insulina queste patologie prendono campo e si evidenziano. Spesso quando è troppo tardi per porvi rimedio.
Saluti a tutti, Giovanni

martedì 27 gennaio 2009

H-PO START UP

Ciao Giovanni,
Abbiamo iniziato il progetto. Ovviamente, coloro che da anni sentivano parlare di impossibilita' di stoccaggio delle proteine nei muscoli hanno storto il naso. Effettivamente, tutti noi abbiamo passato la nostra vita didattica divulgando questo verbo. Adesso ci risulta curiosa una forma "glicogenica" relativa alle proteine. Ne ho anche parlato con una nefrologa, neo iscritta in palestra, la quale e' inorridita al solo pensiero dell'1,5 gr pro KG, figurati accennare all' Amino Tank.... Mi puoi fornire dati oggettivi e studi in merito, in modo da supportare la mia novella lotta all'establishment?
Grazie mille, Piero Nocerino

Piero carissimo, come si dice qui a Prato hai invitato il matto alle sassate.
Prologo:
primo) scordati la crociata contro l'establishment non ce la farai mai. Ho già fatto l'esperienza.
Secondo) lascia stare la casta dei medici è una delle tante mafie che abbiamo in Italia.
Terzo) le baronie universitarie insegnano agli allievi le nozioni di 50 anni fa perchè i baroni e i figli dei baroni sono andati avanti per mafia e non per studio e ricerca. La ricerca non l'hanno mai fatta, lo studio quel minimo che allora servì. Pensa un attimo a quei due-tre tromboni che vanno sempre in televisione per turlupinarci con la cosiddetta dieta mediterranea (adesso il nuovo verbo è "dovete fare mezz'ora al giorno di camminata..." dieci ore ne dovremmo fare e non basterebbero ad annullare l'avvelenamento da pane e amidi!).
Quarto) se ti metti a fare le pulci alle cosiddette ricerche scientifiche anche US ti rendi conto di quanto siano pilotate per avere la risposta voluta dall'industria di turno, spesso sono francamente disoneste, magari evidenziano fatti scomodi ma ne concludono l'esatto contrario, mentre quelle serie vengono attaccate da tutti i colleghi. Però se ci lavori a fondo ti accorgi ad esempio che la prestigiosa American Diabetes Association dice le stesse cose che Cianti diceva 10 anni fa.
Quinto) il 90% degli italiani non sono grassi, sono FRADICI di acqua, zucchero e insulina, in avanzato stato infiammatorio - vorrei dire di decomposizione - con masse muscolari al limite minimo della decenza, avvelenati dalla pancia della mamma (con o senza diabete gestazionale) in poi dai cereali e dai legumi al punto che anche uno studente di medicina al primo anno con un minimo di occhio clinico lo percepisce a 100 metri di distanza. Invece di demonizzare le proteine levassero pane, pasta e pizza alla gente! (sì e poi a chi si vende l'insulina, solo ai culturisti?).
Sesto) Casey Viator nell'esperienza del Colorado prese 30 kg di muscoli in 30 giorni - quella mezza sega di Giovanni Cianti agonista riprendeva 7 kg in 15 giorni - definendo nel contempo -quando ricominciava gli allenamenti. Se non è Protein Deposition questa che cos'è? Se puoi vai a leggere lo studio di Arnal in proposito, è illuminante. E' l'eccesso proteico che si deposita in forma funzionale nei muscoli, non il normale fabbisogno! L'Amino Tank Theory non me la sono mica inventata per stupire i lettori di Olympian's...io sono una persona integra e intellettualmente onesta (e per questo scomoda).
Dopo questa premessa ti allego l'articolo che Olympian's pubblicherà a Marzo e che verte proprio sull'argomento proteine. Fallo leggere alla nefrologa che magari si va a cercare gli studi recentissimi che cito e impara pure qualcosa. Fa parte del libro che ho da poco scritto, frutto di un anno e mezzo di ricerche e che nessun editore, dal più grande al più miserello, vuole pubblicare nonostante i miei pregressi e decennali successi editoriali. Per questo ti dico lascia perdere l'establishment, non ci si fà. Una importante ricercatrice italiana che 15 anni fa ha fatto le scoperte di rilevanza mondiale sugli AGEs che mi servirono da input per "Cattivo come il pane" e con la quale ho intrattenuto fitta corrispondenza, l'hanno messa al CNR a dirigere un progetto prestigioso quanto fasullo perché non rompesse più con queste storie degli zuccheri. Ma io il libro me lo pubblico un pezzo alla volta sulla sezione ADVANCES del sito sperando che non me lo oscurano, magari con la scusa della pedopornografia che fa sempre un effettone sulla gente.
Con affetto, Giovanni


Giovanni, non sai quanto entusiamo mi infonde il tuo fervore. E lo dico indipendentemente dall'argomento. Non voglio, filosoficamente entrare nel merito della questione scientifica. Lascia perdere la televisione e il baronato che la sostiene, lascia perdere la lobby della pasta, i mulini bianchi e la nostra societa' basata sul frumento che ti sfama e ti affama dopo un'ora. Lascia perdere tutto e non pensare di essere un "maledetto". E male ha fatto la ricercatrice ad accettare il ridimensionamento, mollando il progetto per un aumento di stipendio. Anche lei fa parte del gioco. Hai presente il film "Terrore dallo spazio profondo"? Donald Sutherland e' l'eroe che per tutto il film evita di essere plagiato dagli alieni, ma all'ultimo fotogramma urla per segnalare la sua compagna, ancora normale, agli ex nemici. Come ti ho detto, sta per nascere il mio sito. Dico "nascere" non a caso, perche' lo ritengo un figlio, seppur virtuale, che mi ruba il sonno, proprio come Aurora o Luca quando stanno male. C'e' qualcosa di meglio che cercare di portare avanti un progetto in cui si crede? Il tuo sito e' nato prima del mio, ma il mio e' in incubazione da tempo e subisce una grande influenza dal tuo progetto, continuamente. Credo che le cose non accadano per caso. Se dopo mezzo secolo della nostra esistenza decidiamo di esprimere cio' che ci ha comunemente contrassegnato per piu' di 30 anni con questo agile format comunicativo, probabilmente siamo ancora pervasi da quel sacro fuoco che arde solo nelle giovani menti. Tu ti sei definito in altro luogo un "negro", per indicare uno stato di oppressione culturale. Massaroni mi scrine che la NABBA era costituita da "froci", maniera dialetticamente piu' colorita per definire una collocazione sociale angolare. Io sono spesso sui forum. Non credere che la popolazione che abita la nostra passione sia costituita da persone facilmente plagiabili dai vari prezzolati urlanti. Ci ha gia' pensato il Dott. Panfili a far abbassare il tono alla "voce del padrone", durante un "Porta a Porta". Se lo ritieni, chiedero' a Rossella di creare uno spazio di discussione per un numero limitato di esperti, non certo un forum aperto a tutti ( cosa incontrollabile e spesso poco costruttiva ). Io credo che formulando domande come quella che ti ho posto, sia venuta fuori una parte molto "toscana" e sanguigna di te, molto vera, oserei dire. Se me lo consenti, vorrei inserire nello spazio di cui ti ho appena parlato, questa nostra chiacchierata. Io sono sicuro che Socrate non sbagliava quando discuteva di maieutica...Che mi dici? Potresti, ad esempio, dirmi di si...Ciao

domenica 5 ottobre 2008

THE BOREAL CRASHDOWN
Queste considerazioni in libertà sono anche la risposta all'amico AND ONE che ci scrive. Non voglio sembrare catastrofista e neppure evocare la fuga di Lot da Sodoma, cerco solo di riflettere sul mondo che ci circonda. L'impero Romano era vasto e potente, aveva sottomesso Europa, Asia e Africa portandovi le sue leggi e le sue regole. I Romani erano un popolo forte, aggressivo e pragmatico con saldi principi morali. La famiglia era il perno della loro società. Ma consentirono ai popoli sottomessi di diluirsi nel proprio sistema, ne adottarono religioni e costumi, permisero che facessero parte delle proprie istituzioni. Il popolo romano perse così i suoi valori e il suo rigore morale, si inebriò della ricchezza conquistata, lasciò decadere la famiglia. L'impero si sgretolò e sulle sue rovine popoli barbari e aggressivi seminarono il terrore. Seguirono i secoli bui del Medioevo e occorsero quasi mille anni perchè rifiorisse la civiltà. L'impero Americano-Altantico sta percorrendo la stessa parabola discendente dell'impero di Roma, la storia è ciclica e si ripete fino alla noia.
L'agricoltura nascendo ha imposto un sistema economico, familiare e sociale che fino ad allora non esiteva, innaturale perché non rispondente alle necessità vere dell'essere umano e perciò altamente instabile come la storia ci dimostra. Compromette la sacralità dell'individuo e della famiglia, ne distrugge la salute, impone sistemi sociali violenti e repressivi, crea catastrofi ambientali. Se non si esce da questo schema non si risolve nessuno dei problemi che da diecimila anni affliggono l'umanità: sanitari, sociali o ambientali che siano.
Ho affrontato questi temi nel libro IL PARADISO RITROVATO e sono stato confortato da ricerche approfondite e dal pensiero di uomini liberi che hanno riflettuto su questi argomenti. Ho scoperto anche che le possibili soluzioni non saranno mai consentite - per ovvi motivi di speculazione e di profitto - dall'economia e dalla finanza che attraverso la politica gestiscono il destino dell'umanità. Queste soluzioni sono molto ben delineate dal Prof. R.A. Leng "IMPLICATIONS OF THE DECLINE IN WORLD OIL RESERVES FOR FUTURE WORLD LIVESTOCK PRODUCTION" Recent Advances in Animal Nutrition, VOL.15, 2005-07, uno studio realizzato per il governo australiano. Si tratterebbe - come il sottoscritto va sottolineando da tempo - di abbandonare l'agricoltura e i suoi prodotti per tornare alla Dieta Evolutiva grazie al pascolo dei ruminanti nelle praterie del pianeta. Ne deriverebbero enormi vantaggi: recupero della salute ottimale del genere umano, parziale indipendenza dall'uso dei combustibili fossili, recupero dell'ambiente. Il pascolo, contariamente all'agricoltura, è ecologicamente sintonico e sostenibile, i ruminanti sono stati il cibo dell'uomo per 2,5 milioni di anni, i numeri ci dicono che questo sistema potrebbe nutrire l'umanità almeno fino a 10 miliardi di persone. In seguito - aggiungo io - si dovrebbero smantellare gli Stati (cosa sono le loro tasse, se non una forma mascherata di schiavitù?) per tornare alle piccole comunità - vogliamo chiamarle tribù? - socialmente sostenibili come Robin Dunbar ha ampiamente dimostrato con la sua oramai famosa equazione e autonome da ogni potere centralizzato. Abbandonare le città, fonte di malattie, frustrazioni e degrado dell'essere umano e riportare l'individuo e la famiglia paritaria al vertice dei valori sociali. Tutto questo - mi rendo conto - al momento è utopia, ma è utopia lucida e sostenibile che comunque per realizzarsi pienamente necessiterà di alcuni secoli.
Che fare adesso? La guerra in corso (terrorismo, sovrappopolazione, immigrazione selvaggia dal sud dell'Europa, conflitti economici con i paesi emergenti, globalizzazione, disfacimento sociale e degrado ambientale), più o meno dichiarata si sta svolgendo tutta nell'emisfero boreale del globo. La zona australe è ancora scarsamente popolata, ecologicamente integra, governata con oculatezza e lontana dagli obbiettivi del terrore. Che sia questa la nuova terra promessa?

sabato 27 settembre 2008

MIOPIA E LUNGIMIRANZA
Non arriveremo mai a comprendere pienamente la vera natura dell'uomo se lo osserviamo esclusivamente alla luce della civiltà, della storia e della tradizione. La storia dell'uomo inizia solo dieci millenni fa ma l'essere umano è antico di due milioni e mezzo di anni. La sua biologia insieme ai suoi sentimenti, emozioni e bisogni vengono da molto lontano. La storia ci racconta solo gli ultimi istanti dell'umanità, descrive l'uomo non più sano, libero e felice ma debole, malato, infelice e coatto. Ci descrive un essere travolto, piegato ai bisogni dell'agricoltura e del sistema che l'agricoltura ha generato. Diecimila anni fa quando con l'agricoltura nasce la proprietà e di conseguenza la servitù - spesso anche la schiavitù - l'individuo perde il proprio ruolo primario e la famiglia da paritetica diviene patriarcale e autoritaria. La tribù svanisce e si impone lo Stato. Famiglia e tribù le uniche, vere società naturali, vengono quindi soppiantate da una società esclusivamente culturale quindi profondamente innaturale. E mentre le società naturali erano rimaste integre e perfettamente funzionanti per due milioni e mezzo di anni, nessuno Stato, Repubblica, Impero ha retto più di qualche secolo. Sono società imposte, non corrispondenti ai veri bisogni dell'uomo che per esistere devono sostenersi con la violenza e la coercizione. La conferma è biologica: poiché l'uomo nasce immaturo ha bisogno di anni di cure parentali per raggiungere l'autonomia e da questo origina la famiglia. E poiché - pur essendo predatore - non possiede zanne né artigli ha bisogno del branco per sopravvivere. Ma il suo cervello anche se enormenente sviluppato rispetto ad ogni altro animale non è in grado di sostenere più di 150 relazioni sociali vere (il numero di Dunbar), quindi la tribù non deve superare questa cifra per essere coesa. Società più numerose portano a relazioni stereotipate che funzionano solamente con la coercizione ed ovviamente i sistemi realizzati con la forza sono fragili, destinati a destrutturarsi quando questa forza viene meno. Se a questo si aggiunge il domino di pochi sulle masse ben si comprende come i grandi numeri non si risolvano con i grandi sistemi. Perché allora meravigliarsi per il crashdown dell'emisfero boreale? E' solo l'ennesimo impero che crolla.

domenica 21 settembre 2008

OF HUMAN BONDAGES




          Rubando il titolo al celebre romanzo di Somerst Maugham vorrei attirare la vostra attenzione sui pesanti condizionamenti che l'attuale società - frutto della rivoluzione agricola di 10.000 anni fa - pone sulla nostra esistenza, sulla nostra capacità di scegliere e sul nostro libero pensiero.


          1. dal 7all'11 settembre - con varia eco dei media e piccola diatriba a proposito di un nuovo farmaco - si è tenuto a Roma il 44° world meeting sul diabete, organizzato dall'EASD (European Association for the Study of Diabetes). Orbene in tre giorni fitti di relazioni si è avuto solo un intervento sullo stile di vita, e quindi sull'alimentazione, come prevenzione e cura dei disturbi del metabolismo. L'accento dei relatori è stato posto soprattutto sui farmaci ovviamente con annessa Industry Exibition. Eppure le malattie metaboliche come molti oramai sanno, trovano come unica causa la dieta inappropriata. La stessa ADA (American Diabetes Association) pubblicando le recenti linee guida sulla prevenzione focalizza l'attenzione sullo stretto controllo dei carboidrati indicando in 135 gr. di carboidrati/giorno il livello raccomandato di carico glicemico. Sempre più persone libere da pregiudizi e condizionamenti si chiedono se il compito della medicina oggi non sia quello di guarire ma solo di curare il paziente, farlo stare un poco meglio ma non liberarlo dalla malattia, dato che un paziente guarito non è più un cliente. Con una spettanza di vita di 80 + anni, il cinquantenne diabetico è potenziale cliente per oltre 30 anni. 30 anni ininterrotti di visite mediche, analisi, cure, farmaci in un crescendo di gravità e complicanze, quando sarebbe sufficiente eliminare immediatatamente e totalmente i cereali per ridargli la pienezza della salute e della vita nel giro di pochi giorni.


          2. mi scrive l'amico Loris dalla Spagna: "Caro Giovanni, ti scrivo per commentarti un fatto successo questa settimana e per porti un quesito. E' stata annullata la competizione di Ribarroja del Turia, qui a Valencia per l'ennesimo scandalo doping...dato che ad essere arrestati per spaccio di anabolizzanti c'era anche qualcuno degli organizzatori dell'evento (che era una gara IFBB a livello regionale) si è ben pensato di annullarla...ma perché la società non lascia in pace questi poveri atleti? Alla fine a rimetterci sono sempre loro. E rileggendo le pagine del tuo bellissimo Lost Angeles tra me e me dico: quest'enorme ipocrisia sociale non sarà dettata dall'impulso ancestrale del rifiuto dell'idea che certi risultati si raggiungono solo coi farmaci?" Rispondo: carissimo Loris, le regole repressive da sempre alimentano il crimine, in questo caso lo spaccio di sostanze dopanti. L'attuale situazione ha due cause. Causa numero uno la sovrappopolazione, più la popolazione cresce più si restringono i confini delle libertà personali. Sempre più regole, sempre più limiti. L'emisfero boreale è spacciato (ci sono tutti i prodromi della decadenza: collasso economico, integrazione dei popoli una volta sottomessi, nuovi barbari alle porte, promiscuità sessuale, relativismo morale, decadenza della famiglia e della religione. Lo sciamano di Roma dice cose giuste ma è inascoltato). Facciamo un pensierino sulla Nuova Zelanda (4 abitanti x Km2)... causa numero due un banalissimo sentimento umano, l'invidia. L'umanità per natura meschina e invidiosa è più portata a solidarizzare con i relitti umani della droga-droga che con i supermen sportivi. Rimane solo il libero pensiero e l'escapism, il mostro è fuori controllo, la democrazia una farsa mediatica.

          Buona domenica a tutti.

          sabato 31 maggio 2008

          UN CALDO BENVENUTO!
          L'avventura che questo blog sta per iniziare in realtà è antica quanto l'uomo. Da oltre tre milioni di anni la nostra specie abita il pianeta. Per tutto questo tempo abbiamo vissuto in armonia con noi stessi e con l'ambiente, ma non più di 10 -12.000 anni fa l'invenzione dell'agricoltura ha rotto ogni equilibrio. Parlare delle conseguenze è superfluo, sono sotto gli occhi di tutti. La Maledizione Agricola ha creato miserie e sofferenze per oltre 500 generazioni. Queste ricerche hanno preso avvio dieci anni fa dalla constatazione delle condizioni di salute miserabili cui siamo soggetti a causa di una nutrizione non idonea, basata sul consumo dei semi di alcune erbe, le graminacee, alimenti che tutti noi conosciamo col nome di cereali. La costellazione di malattie derivate dall'alimentazione ipercarboidrata imposta dall'agricoltura è oggi definita Sindrome Metabolica ma i danni dei cereali nei confronti del nostro organismo, particolarmente dell'apparato digerente sono molti, molti di più. E non basta. L'abbandono della caccia ha cambiato immediatamente ogni aspetto della vita degli uomini. Nuovi ordinamenti sociali, regole e costrizioni, nuovi innaturali ritmi di vita, hanno determinato e determinano - oggi ancora di più - un decadimento sostanziale della qualità dell' esistenza. La nostra felicità insieme alla salute e alla salvaguardia dell'ambiente passano attraverso queste nuove consapevolezze. E' un intero universo di conoscenze da studiare, analizzare e spesso da riscoprire per capire i motivi del nostro disagio e cercare di superarli. Questa è la nostra missione, aspettiamo il vostro interesse e il vostro contributo.